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Santi Patroni Modestino, Fiorentino e Flaviano

Modestino, Fiorentino e Flaviano sono stati dei cristiani che hanno subito il martirio e a causa di ciò sono oggi venerati come santi dalla Chiesa cattolica. Sono patroni della città e della Diocesi di Avellino e della città di Mercogliano.

Secondo informazioni storiche Modestino nacque nel 245 circa ad Antiochia, divenendone vescovo nel 302. Fu arrestato, poiché infuriavano le persecuzioni contro i cristiani decretate da Diocleziano. Venne in seguito liberato dal carcere per intervento divino, giunse insieme ai due compagni: il presbitero Fiorentino ed il diacono Flaviano a Locri in Calabria dove fu di nuovo incarcerato dal governatore. Dopo essere stato liberato "miracolosamente"ed aver guarito da una malattia la figlia del governatore di Locri, provocando la conversione del governatore stesso, sbarcò a Pozzuoli e, guidato dall'arcangelo Michele, Modestino arrivò con i suoi compagni nel territorio di Avellino dove esercitò il suo ministero di evangelizzatore e di vescovo, e dove operò numerosi miracoli.

Essendo ancora in atto le persecuzioni contro i cristiani, i tre compagni furono arrestati, processati e martirizzati con vesti arroventate nella località Pretorio di Mercogliano. La morte del vescovo Modestino avvenne il 14 febbraio del 311, mentre il presbitero Fiorentino con il diacono Flaviano morirono il giorno dopo. Tutti e tre vengono ricordati il 14 febbraio.

I corpi dei martiri riposavano da secoli nel nominato luogo Pretorio, distante da Avellino circa 4 chilometri, ma senza che ne fosse conosciuto il sito preciso. Il vescovo Guglielmo, ispirato da Dio, volle procedere allo spostamento nella cattedrale di Avellino, non rifuggendo da alcuni ingenui stratagemmi per eludere la prevedibile opposizione da parte degli abitanti del castello di Mercogliano e del casale di Urbiniano.


Questa relazione non è più attendibile degli Atti della vita degli stessi martiri. Si noti poi che in tutta la narrazione non vengono mai nominati espressamente San Fiorentino e San Flaviano, pur accennandosi più d’una volta ai compagni del santo vescovo.


Quanto allo spostamento dei corpi vi è una duplice tradizione: quella avellinese, che vuole che il vescovo Guglielmo abbia effettivamente trasportato nella cattedrale di Avellino i sacri corpi (e in questo coincide con la relazione del vescovo Ruggiero) e quella mercoglianese, che sostiene che i corpi trovati, rimasero in paese. Intanto entrambi i paesi hanno scelto come loro protettori i santi martiri e ne hanno celebrato finora la festa della traslazione.

Certo è che tutte le testimonianze storiche giunte sino a noi dalla fine del 1500 in poi sono concordi nell’additare a Mercogliano, in tre cassette distinte, questi sacri corpi, mentre gli avellinesi non hanno mai potuto mostrare se non delle reliquie insigni di San Modestino.

D’altra parte, non risulta che dopo la metà del 1200 si sia mai verificata una seconda traslazione di quei corpi da Avellino a Mercogliano, il che, del resto, sarebbe stato molto difficile, sia per le ragioni devozionali delle rispettive popolazioni, sia perchè Mercogliano dal 1195 in poi venne a dipendere strettamente da Montevergine e a costituire il centro dell’attività feudale dell’abbazia.

Ma forse le due tradizioni si possono unificare, riducendo la traslazione in Avellino al semplice trasferimento delle reliquie insigni che poi si sono conservate.

Rimane tutt'ora presso Mercogliano la chiesa dedicata a San Modestino e, in essa, all’ingresso della seconda cappella a sinistra, un piccolo pozzo viene indicato come il luogo preciso in cui giacquero per tanti secoli e furono poi ritrovate le sacre ossa dei martiri.

La scarsità e la mancanza di autorevoli fonti documentarie sulla vita dei Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano sono state colmate dalla fede degli abitanti delle contrade irpine i quali, sin dai secoli passati si sono rivolti al Santo Patrono con certezza e profonda sincerità.

 

 

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